Lettera alla Famiglia 2023
Cara famiglia,
mi rivolgo sempre a te con questo nome collettivo, carico di tutta la bellezza della comunione dei tuoi membri nella verità delle relazioni naturali e della grazia nella fede comune. Consideriamo insieme il Natale e la Santa Famiglia di Gesù, il Natale e la famiglia costituita dal sacramento nuziale, il Natale e la famiglia animata dall’amore sincero e fedele.
La famiglia si confronta con la Santa Famiglia per imparare ad accogliere Gesù che viene a Betlemme per tutta la famiglia dell’umanità. Nel confronto emerge subito l’atto di fede in Dio che vi costituisce come famiglia, piena di quell’amore che dona la vita e fa sentire a tutti i membri la gioia di viverla. Come ci ricorda la Parola di Dio di questa festa della Santa Famiglia, Abramo e Sara sono l’esempio della coppia che vive nella fede l’unione coniugale, le difficoltà dell’accoglienza della vita, la gioia della vita che fiorisce, la sua continua precarietà: “Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre … per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco …” (Eb 11, 11.17).
Maria, piena di grazia, vive la stessa fede e, come Sara, accoglie la visita di Dio in quel Bambino, “Figlio dell’Altissimo” (Lc 1, 31) e, come Abramo, lo offre, nella volontà del Padre, all’umanità nel dolcissimo gesto di adagiarlo nella mangiatoia: “Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio” (Lc 2, 7). Questo gesto, umile e altissimo, volle vivere San Francesco d’Assisi la notte di Natale del 1223 a Greccio. Ricorda Papa Francesco nella lettera apostolica Admirabile signum (A.S.) sul significato e sul valore del presepe: “Gesù viene deposto in una mangiatoia, che in latino si dice praesepium, da cui presepe” (A.S. n. 2). Potremmo subito dire che la parte privilegiata (la mangiatoia) viene ad indicare il tutto, cioè l’ambiente umano, sociale, storico, geografico e climatico in cui nasce ed è accolto il Dio-Bambino. Le Fonti Francescane, citate dal Papa nella Lettera, raccontano il desiderio di San Francesco: “Vorrei rappresentare il Bambino, nato a Betlemme, e, in qualche modo, vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello” (in A.S. n. 2).
Carissimi membri di ogni amata famiglia, facciamo nostro il desiderio di San Francesco e, allestendo il presepe nelle nostre case, prendiamo coscienza della condizione del nostro ambiente familiare, dell’umanità che ci circonda, delle crisi della nostra storia, del creato meraviglioso e minacciato, che fa da contenitore e sfondo di ogni presepe come della nostra vita. Il centro è la mangiatoia nella grotta? Gesù, Figlio di Dio e di Maria di Nazaret, è il centro e il cardine della nostra vita, della nostra famiglia e della storia universale? Il Papa annota: “San Francesco, con la semplicità di quel segno, realizzò una grande opera di evangelizzazione” (A.S. n. 3) e continua: “Il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede. A partire dall’infanzia e poi in ogni età della vita ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi” (A.S. n. 10). Nelle nostre case allestiamo il presepe e contempliamone la vitalità e la dinamicità, come umanità e come cosmo, rivolti al Bambino nella mangiatoia. Poi, insieme, come famiglia, avviamoci con Lui verso il tempio: “Maria e Giuseppe portarono il Bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore” (Lc 2, 22). La famiglia, chiesa domestica, deve incrociare la Chiesa comunità sacerdotale; essa è rappresentata dalle braccia di Simeone che accoglie il Bambino e benedice Dio, perché è la luce per la rivelazione alle genti (cfr. Lc 2, 28.32). Nel tempio la famiglia fonde la sua lode e la sua testimonianza in quelle della Chiesa, comunità profetica e orante, per le meraviglie della vita e dell’amore; essa è prefigurata dallo spirito profetico di Anna, figlia di Fanuele, che “lodava Dio e parlava del Bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme” (Lc 2, 38).
Cara famiglia, vivi unita nella quotidianità della tua Nazaret, luogo simbolo di ogni nostra dimora. Esprimi nei tuoi gesti la semplicità, l’umiltà e il compimento della salvezza universale, rappresentati dal presepe. Da quest’anno poni nel presepe, come sempre, le statuine classiche e moderne, ma colloca accanto alla grotta una foto con tutti i tuoi membri, lieti nello stupore per il Bimbo che Maria e Giuseppe ci donano. Ognuno cresca e si fortifichi nella pienezza della sapienza e della grazia, come il Bambino Gesù, guardandolo e accogliendolo come Salvatore.
Sant’Angelo dei Lombardi, 31 dicembre 2023
Festa della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
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immagine: Maestro di Narni, fine XIV-inizi XV sec.
Presepio di San Francesco a Greccio ©, affresco
Santuario Francescano del Presepe, Greccio (Ri)