La Scrittura è per noi parola di Dio. Questo è un dato certo come è certo che questa parola è veicolata dalla parola umana. La Bibbia, se così possiamo esprimerci, è una primissima forma di incarnazione. È la parola di Dio rivestita dalla parola umana. Questo significa da un lato che il Signore si adegua al limite della parola dell’uomo e dall’altro che apre le ristrettezze del nostro parlare a orizzonti sconfinati.
Il nostro ABC della fede intende fare questo, scavare nelle parole umane per scoprirvi la grandezza di Dio, per quanto ciò sia possibile. Ora ci troviamo di fronte alla lettera N che ci permette di andare dritto al cuore di Dio perché ci suggerisce di approfondire il concetto delle “nozze”, uno dei più intensi nella Scrittura. Vediamo perché.
La Bibbia è il racconto del rapporto che Dio intrattiene con il suo popolo (immagine di tutta l’umanità) e questa relazione è espressa con varie similitudini. Per esempio attraverso il rapporto padre-figlio oppure quello di signore-servo, ancora l’immagine pastore-gregge e tante altre ma, tra queste, eccelle il simbolismo delle nozze tra un uomo e una donna, tra lo sposo e la sposa, l’incontro totalizzante dell’amato e dell’amata.
Il profeta Osea ci descrive questa dinamica di innamoramento tra Dio e il suo popolo con delle parole a dir poco commoventi, soprattutto se teniamo conto della situazione di infedeltà in cui Israele viveva: «Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acor in porta di speranza. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai: “Marito mio”» (Os 2, 16-18).
Emerge da questo testo la forza rinnovatrice della fedeltà di Dio e la potenza del suo amore capace di trovare i modi per attirare a sé, con dolcezza, la sua sposa infedele. Sono parole che non hanno bisogno di alcun commento.
Il concetto di nozze, oltre alla fedeltà incondizionata, comporta anche l’idea della gioia piena e reciproca tra gli amanti. Lasciamo la parola al profeta Isaia: «Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli […] Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te (Is 61,10;62,2-5).
Basterebbero queste citazioni per rimanere a bocca aperta nel contemplare la grandezza dell’amore di Dio per l’umanità. Sta qui anche la bellezza delle nozze cristiane, ciò che le rende un sacramento, perché l’unione indissolubile tra un uomo e una donna diventa segno visibile dell’amore incondizionato e sempre fedele del Signore per l’umanità, come ricorda l’Apostolo: «E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25).
Nel cuore di Dio c’è questo desiderio di abbracciare incondizionatamente la nostra umanità e l’incontro con Lui è gioia e festa, d’altronde Gesù stesso ha paragonato il regno dei cieli a una festa di nozze.
p. Jonathan
“Il nostro ABC della fede intende fare questo, scavare nelle parole umane per scoprirvi la grandezza di Dio, per quanto ciò sia possibile.” grazie mille di questo!!!