Secondo Max Gazzè «ci vuole tempo per imparare a non avere tempo». Sembra una frase sciocca perché, chi è che vuole imparare a fare una tale cosa? Anzi, vorremmo semmai imparare ad avere più tempo. Ma, se non interpreto male, quello che il cantante intende dire è che ci vuole molto impegno per imparare a vivere nella gratuità, senza misurare il tempo guardando ad ogni momento l’orologio. La frase allora risulta molto profonda perché è uno stimolo a smettere di quantificare il tempo per iniziare a qualificarlo.
Nella mitologia antica si parlava di Chronos (da qui vengono alcuni nostri termini come cronologia, cronometro, ecc) che era un gigante che mangiava i suoi figli appena nascevano. Era l’immagine del tempo che passa inesorabile e che consuma ciò che genera, del tempo fine a sé stesso. Vedere il tempo come un tiranno che ci insegue e persegue porta a percepire l’esistenza come un continuo movimento in cui si perde o si guadagna qualcosa e porta anche a considerare la vita in termini di efficienza perché ci costringe a fare il computo delle cose che abbiamo fatto o non abbiamo fatto.
Ma questo, nonostante le condizioni ci portano a cadenzare con minuzia i nostri impegni, non è l’unico modo di porsi nel tempo. Non esiste solo Chronos, esiste anche Kairós, cioè il tempo nuovo, il tempo pieno, il tempo opportuno. Vivere il tempo come kairós significa viverlo come luogo vocazionale, luogo in cui siamo chiamati a riempire di significato ogni momento. Kairós, per un credente, è il tempo di Dio e quindi il tempo della salvezza e quest’ultima è relazione. Incontrare una persona e pensare all’orologio e a tutto quello che potevamo fare di “più importante” in quel momento è vivere nel Chronos. Incontrare una persona e pensare a quell’incontro come a qualcosa che riempie e da senso alla mia vita è vivere nel Kairós, nel tempo divino. È questo a salvare il nostro tempo: vivere la gratuità delle relazioni. Così diventa tempo opportuno, tempo pieno, tempo bello.
Gesù, predicando diceva: «Il tempo (alla lettera kairós) è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15).
Il nostro tempo diventa armonioso e bello, diventa kairós, quando è riempito dal regno di Dio, e questo regno è la persona stessa di Gesù presente in ognuno dei nostri fratelli e sorelle, presente anche in noi. Stare con gli altri non è una perdita di tempo, è salvare il nostro tempo.
Jonathan