Siamo ciò che mangiamo

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«L’uomo è ciò che mangia». Questa è la semplificazione di un concetto elaborato da un filosofo di nome Ludwig Feuerbach. E non possiamo dargli torto. Infatti, se mangiamo cose sane cresciamo sani, se non ci nutriamo bene è facile che ci ammaliamo. Questo filosofo aveva addirittura visto nella nutrizione il motore della storia dell’umanità. Per lui il cibo è all’origine della società, del pensiero e persino della religione.

Mia mamma non se ne intende di filosofia però pure lei mi diceva qualcosa di simile: non ascoltare qualsiasi tipo di musica perché le parole ti rimangono impresse. Conclusione: l’uomo è anche ciò che ascolta. Possiamo aggiungere che è anche ciò che vede. Tutto insomma, in un modo o nell’altro, collabora alla nostra crescita, alla nostra formazione, al nostro modo di percepire noi stessi e ciò che ci circonda. Noi ci nutriamo con tutti i nostri sensi. Aveva dunque ragione il filosofo a dire che la nutrizione è ciò che muove tutto.

Ora, viviamo in una società dove si fa molta attenzione al cibo, i nutrizionisti lavorano più che mai anche se in realtà le sagge mamme sono da sempre molto attente a ciò che i figli mangiano per farli crescere forti, sani e belli. E se facessimo un po’ più di attenzione anche alle altri fonti di nutrimento? Se usassimo la stessa accortezza nello scegliere di ascoltare solo cose buone, di vedere solo cose belle, di leggere cose sensate?

Non si tratta di fuggire dalla nostra realtà che è fatta inevitabilmente di cose belle e cose non tanto belle, si tratta di imparare a scegliere cosa assimilare, di che cosa nutrirci. E vale sempre l’esperienza del mangiare: prima di dire se una cosa piace o non piace, se fa bene oppure no, bisogna assaggiarla. Poi si sceglie.

Qualcuno ha scritto che bisogna essere come le api che si posano su ogni fiore ma ne prendono solo il meglio per fare poi il miele. Conoscere un po’ di tutto ma assimilare solo il meglio. E poi, non dimentichiamo che «non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». E ogni parola di Dio è bontà e bellezza. Prendersi un po’ di tempo per ascoltare un po’ di musica “come si deve”, leggere nella calma un brano di poesia, fissare lo sguardo su un’opera d’arte, passeggiare e riempirsi gli occhi dei colori della natura, ecco, tutto questo ci nutre quanto o più di un buon piatto di pasta!


Pensaci! 👍
Fratel Jonathan, jc

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7 commenti su “Siamo ciò che mangiamo”

  1. … quant’è vero, Jonathan, quanto da te espresso!!! Sì, è proprio così e per raggiungere un proprio benessere (che poi sarà di riflesso anche per altri) è importante nutrire non solo il corpo, con cibo di qualità ma anche mente e spirito, con tutto ciò che ci circonda, dunque selezioniamo e circondiamoci di “buon cibo”… In primis ❤️la Parola di Dio

  2. Prima di conoscere una persona bisogna capire ciò che gli piace:musica, lettura, cibo ecc e anche quando mangiamo dobbiamo verificare se un cibo è di ottima qualità, buono. Anche quando ascoltiamo, leggiamo dobbiamo leggere e ascoltare cose sensate.

  3. È proprio vero Jonathan!
    È importantissimo nutrirci di cose belle, buone, vere e autentiche, riconoscerle e sceglierle in mezzo al marasma che ci circonda.
    E in questo ci viene in aiuto sicuramente la Parola di Dio, da soli non ce la facciamo, che modifica i nostri gusti, cambia, sposta il valore delle cose e ci indica la via giusta.

  4. Viviamo tempi in cui conosciamo qualità e valore di qualsiasi cosa entri nella nostra vita,in tutti i campi,non abbiamo giustificazioni:
    etichette,gradimento,recenzioni,schede tecniche,a volte anche semplicemente l’esperienza e la saggezza dei nostri cari.
    Siamo chiamati quindi a scegliere con cura e molto consapevolmente gli ingredienti che occorrono a nutrire i nostri sensi,da questo dipenderà CHI diventeremo.
    C’è un detto romagnolo molto semplice ma sempre vero,che a proposito della scelta degli ingredienti per ricette di cucina,dice:
    ”Quello che ci metti,ci ritrovi!!”.
    Credo abbia un valore davvero universale.

    Ciao Jonathan,grazie sempre.

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