Caro Don Salvatore, ho 29 anni e vivo un periodo della mia vita in un profondo senso di smarrimento. Desidero avvicinarmi a Dio, consapevole che vivo secondo la Sua volontà, tuttavia il mio animo non è sereno, non è in pace, mi sento fuori dal mondo e poco utile. Solo nei momenti di preghiera riesco a dare un equilibrio al mio essere. Pregare, dunque, non basta?!…cosa manca alla mia anima per ringraziare davvero Dio, cosa manca perché io acquisti consapevolezza della sua Potenza…allora mi chiedo sempre “io non ho Fede?” …invece credo e credo profondamente in Lui, ma perché sentirmi inutile? può indicarmi la giusta strada da seguire per ricondurmi veramente da Lui e vivere per Lui? una dritta… In cosa sto sbagliando? Grazie.
Il Signore permette tante strade per arrivare a Lui, tra le quali c’è l’inquietudine, come per Sant’Agostino. Il grande dottore della Chiesa infatti poteva vantare tutti i traguardi, ma non era felice semplicemente perché gli mancava Dio. I momenti di smarrimento liberano dall’arroganza di sentirsi arrivati e ogni crisi, vissuta bene, è sinonimo di crescita. Ogni percorso è personale ed esige tempo, ma è come uno splendido mosaico, cui ogni giorno aggiunge una minuscola pietruzza. Dopo alcuni anni si può vedere una bella bozza, ma di pietruzze ne mancano ancora tante. Da come parli del Signore si comprende che tanto di quest’opera è stato già fatto. È poi il Vangelo a ricordarci che “siamo servi inutili” ( Lc 17, 10). Il mio consiglio è scegliere la via ordinaria della preghiera, dei sacramenti e dell’Eucarestia perché lo straordinario lo fa lo Spirito Santo. Evidentemente, per un proficuo discernimento è bene avere una guida spirituale, così come le persone che hanno avuto successo nella vita hanno fatto riferimento a un loro mentore. In tanti settori si sta scoprendo la necessità di avere un coach. Nella tradizione millenaria della Chiesa, a cominciare dai santi, si è praticata la direzione spirituale, per essere aiutati a comprendere meglio il Signore che parla. È nel silenzio che si può ascoltarlo e attraverso l’aiuto di chi un cammino spirituale lo ha già fatto. Ciò non si può imporre ma nasce come bisogno del cuore. Personalmente penso che la direzione e l’accompagnamento spirituale non sia solo per preti, religiosi o seminaristi ma per ogni battezzato. Scegliersi una guida dunque può essere di proficuo giovamento, in quel cammino che è unico, personale ed irripetibile.
Ti ricorderò nella preghiera. Un abbraccio in Cristo
Don Salvatore Sciannamea