Con questa pandemia da quando è incominciata, ho le ansie e preoccupazioni perché ho paura del coronavirus. Io essendo cattolica, forse mi devo affidare di più alle preghiere? Che tutto vada bene.
La nostra vita è nelle mani di Dio. Il credente sa che tutto è sua grazia. La vita del cristiano, come insegna la Scrittura, è una lotta contro lo spirito del male. Tale combattimento spirituale ci ricorda che nonostante le difficoltà ad essere il vincitore è Cristo. L’ultima parola è la vita sulla morte, la grazia sul male e sul peccato. Il combattimento spirituale ha senso come atto di partecipazione alla vittoria di Cristo. Combattere in Gesù significa già vincere. Anche la preghiera, come è stato per Giacobbe, è lottare con Dio, in una lotta che ci trasforma in persone nuove. Questo periodo di prova ci parla della vanità e della inconsistenza di ciò che esiste come insegna il libro del Qoelet, del mistero del dolore la cui riflessione è preponderante nel libro di Giobbe, ma anche dell’intimità del deserto che si può vivere nel deserto, spazio dell’amore. È nel deserto che ci si scopre amati e cercati perché figli di Dio. Questa pandemia è dunque una grande opportunità per riscoprire l’intimità con Dio, leggendo il più bel testo dell’amore che è il Cantico dei Cantici, amore umano cantato nella prosa e bella poesia che adombra l’amore del Cristo per l’anima e la passione di Dio per la nostra umanità. La preghiera è incontro, lotta e consolazione, gioia e tentazione, ma è soprattutto lasciarsi guardare e incontrare con amore, ricevendo il bacio divino dello Spirito, il dono della consolazione promessoci dal Padre. Un tempo dunque questo da valorizzare per meditare su chi siamo, per cambiare mentalità scegliendo il meglio, e per pregare riscoprendo così la nostra preziosità poiché appartamenti a Dio.
Allontaniamo la paura con una fede che si fa abbandono nelle mani di Dio.
Buon cammino
Don Salvatore Sciannamea