3. «Mi fu poi rivolta questa parola del Signore: “Che cosa vedi, Geremia?”. Risposi: “Vedo un ramo di mandorlo”. Il Signore mi rispose: “Hai visto bene: poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla”» (Ger 1, 11-12).Con questo messaggio non intendiamo dare indicazioni concrete uguali per tutti, essendo diverse le situazioni delle nostre Diocesi e delle singole parrocchie, per spazi, operatori pastorali e risorse. Ma intendiamo offrire alcuni criteri a cui ispirarsi per affrontare questa fase nella vita pastorale delle nostre comunità. Secondo l’immagine usata dal profeta, questo è il tempo di generare “visioni”, cioè di fare spazio alla creatività, anche alla creatività pastorale. La ripresa delle attività pastorali è “necessariamente graduale e ancora limitata dalle misure di tutela della salute pubblica”, ma bisogna porre le condizioni “per aprirsi a nuove forme di presenza ecclesiale” (cf. Lettera della Presidenza CEI, 23 luglio 2020).
Ci sembra che, in questi mesi di emergenza sanitaria, siano emerse alcune priorità che proviamo ad indicarvi.
- «Tu ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta: … di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri» Così diceva Papa Francesco in quella sera del 27 marzo. Anzitutto, reimpostare la rotta verso di Lui. La pandemia ha riportato a galla la verità profonda che tutte le cose sono precarie e transitorie. Questa crisi può essere l’occasione per riscoprire che nonostante tutto c’è un punto fermo da cui ripartire, e questo punto fermo è Dio. Questo è il tempo di rimettere “in auge” parole antiche che forse abbiamo dimenticato: la domanda sulla vita, sulla morte, sull’orizzonte ultimo della vita eterna. Pertanto, esortiamo le nostre comunità a dare maggiore spazio, in qualsiasi forma, alla Parola di Dio, alla catechesi degli adulti.
- Esortiamo a riprendere i cammini di fede, soprattutto per l’iniziazione cristiana dei ragazzi, valorizzando le sapienti “Linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid”, dal titolo “Ripartiamo insieme”, offerte dall’Ufficio Catechistico Nazionale nel giugno scorso. Si adotti un sapiente equilibrio tra la forma “in presenza” e la modalità online. «Le nuove tecnologie sono di grande aiuto per tenere i contatti e per svolgere attività ma non possono sostituire la ricchezza dell’incontro personale, della presenza … I ragazzi, i giovani e l’intera comunità hanno bisogno che le parrocchie, gli oratori, le scuole possano tornare il prima possibile a svolgere la loro funzione di contesti di crescita. Non ci potrà essere un ritorno improvviso alle condizioni di prima, ma fin d’ora tutti sono sollecitati a fare la propria parte, partendo da quello che questo tempo sta mettendo in evidenza» (Consiglio Permanente della CEI del 26 gennaio 2021).
- Come già indicavamo nel documento di luglio, tra le “cose nuove” sperimentate nel tempo della pandemia c’è la ripresa della preghiera in famiglia, che è opportuno continuare in tutte le sue forme.
- Nuovo spazio occorre dare al “prendersi cura” gli uni degli altri e a dare vita ad una nuova fantasia della carità.
- Cogliamo questo tempo per mettere in movimento un cammino di formazione degli operatori per il “dopo pandemia”.
- “Tutto è connesso”: l’emergenza sanitaria è strettamente connessa all’emergenza sociale e a quella ambientale. Esortiamo a vivere la prossima Quaresima offrendo nelle nostre comunità riflessioni e preghiere sulla Laudato si’, a cui Papa Francesco ha dedicato quest’anno in corso.
4. Ci permettiamo, poi, di raccomandarvi alcune sollecitudini:
- La centralità dell’Eucarestia domenicale: non possiamo accettare che si radichi nel nostro popolo la mentalità di ritenere che l’Eucarestia rientri tra i beni considerati non necessari, di cui si può fare anche a meno, né l’opinione secondo la quale “assistere” alla Messa in televisione sostituisca la partecipazione in presenza all’Eucarestia. Perciò, esortiamo vivamente i fedeli a partecipare all’Eucarestia domenicale, superando la paura e avendo fiducia sulle garanzie di sicurezza delle nostre chiese.
- Esortiamo a non trascurare il sacramento della riconciliazione, l’adorazione eucaristica e la preghiera personale; a tale riguardo, invitiamo vivamente i presbiteri a lasciare aperte le chiese.
- Esortiamo i pastori ad esprimere concreta vicinanza agli ammalati e alle famiglie colpite dal lutto e dal dolore.
- Nella celebrazione delle esequie si accolgano in chiesa anche i defunti “interessati dal Covid-19”, secondo le recenti disposizioni del Ministero della Salute1. Si evitino accuratamente gli assembramenti.